Comitato Regionale

Emilia-Romagna

In cammino sugli sci

Il punto sulla situazione dell'Area Neve Uisp in Emilia-Romagna.

Una passeggiata sugli sci con la Uispdi Mario Reginna

(da Area Uisp n. 12)

BOLOGNA - Il rilancio parte dall'esperienza con i ragazzi, un'esperienza maturata nel tempo e che, anno dopo anno, sembra fornire conferme importanti e nuovi stimoli per il prosieguo delle attività. Potrebbe essere questo, in estrema sintesi, il riassunto delle prospettive che attendono gli operatori dell'Area Neve Uisp dell'Emilia-Romagna. Se da un lato, infatti, i recenti cambiamenti della struttura organizzativa hanno influito fortemente sull'organizzazione delle attività e sulla loro messa in rete all'interno del territorio regionale, d'altra parte persistono e proseguono con grande successo manifestazioni e iniziative che, oltre a fornire visibilità, permettono anche di intercettare nuove energie e nuove risorse umane in grado di garantire un futuro roseo a questo settore dell'Unione Italiana Sport Per tutti. Con Claudio Atti, responsabile della formazione dell'Area Neve, abbiamo discusso di queste tematiche, spaziando appunto da quanto di positivo si continua attualmente a realizzare per riflettere poi sulle strade e i percorsi da seguire per ricreare una solida struttura organizzativa.

Claudio, cominciamo col descrivere cos'è e qual è la formula con cui viene organizzata una delle proposte di maggiore successo dell'Area Neve Uisp, ovvero il Centro invernale ragazzi.
"Il Centro invernale rappresenta semplicemente un'occasione per avviare allo sci i bambini e i ragazzi di età compresa, genericamente, tra i 7 e i 13 anni. Si tratta di una proposta della Uisp che risale agli anni '70 ma che abbiamo rilanciato a partire dal 1997. La formula è quella di sempre: un nutrito gruppo di Operatori Sportivi Volontari (OSV) si fa carico di circa ottanta ragazzini per fargli fare attività sulle piste di un comprensorio a nostra scelta. All'esperienza sulle piste, poi, uniamo sempre una parte di animazione che si svolge in albergo. I ragazzi restano con noi per circa una settimana, senza i genitori, e oltre allo sport e alle sue tecniche apprendono anche piccole lezioni di vita riguardanti lo stare insieme in autonomia e nel rispetto dei coetanei e dei maestri. In più, in genere si divertono molto".

Quali sono invece le novità dell'edizione di quest'anno?
"Innanzitutto la durata dell'iniziativa, prevista dal pomeriggio del 2 gennaio fino al 7. Infatti i costi più vantaggiosi, assieme alla migliore ospitalità che abbiamo trovato sullo Zoncolan nel paese di Ravascletto, dove torniamo adesso per il secondo anno consecutivo, ci hanno permesso di allungare di un giorno il programma del centro invernale. In più l'attività con lo snowboard: due anni fa siamo partiti con questa proposta con un unico bambino che la praticava. L'anno successivo siamo passati a sei bambini mentre quest'anno saranno ben venti gli iscritti al corso in questa specialità. In più, quest'anno avremo con noi anche un ragazzo diversamente abile. Consapevoli del fatto di avere tra le mani un'esperienza che per i ragazzi può essere molto formativa, abbiamo cercato poi di estendere la partecipazione a livello nazionale. Inizialmente avrebbero dovuto aggregarsi a noi due classi della Sardegna; poi forse, un po' per problemi logistici, un po' perché sarebbe stato necessario avere maggiore tempo a disposizione, non siamo riusciti a realizzare questo progetto che rinviamo all'anno prossimo".

Quali sono le caratteristiche delle strutture che vi ospitano sullo Zoncolan?
"Innanzitutto la praticità dell'albergo, che si trova proprio sull'arrivo della pista grande. In più, sempre a pochissima distanza dall'albergo, c'è un ottimo campo scuola fornito di due tapis roulant dove potremo far lezione ai più piccoli e meno esperti e dove, nel pomeriggio del 6 gennaio, faremo anche due manche di gare. Nella stessa giornata poi, per tradizione, scendono a Ravascletto con gli sci tutte le befane del posto con una grande slitta trainata dai maestri: all'arrivo in mezzo al paese i bambini vengono chiamati a uno a uno per la consegna dei doni. Noi saremo presenti anche a questo evento con i nostri bambini ai quali daremo i doni che abbiamo previsto per loro. Inoltre, l'albergo è bello e molto pulito con un ottimo servizio di ristorazione. Gli impianti sciistici sono poi all'avanguardia, tant'è che l'anno scorso, per la gioia dei ragazzi, abbiamo incontrato sulle piste anche le nazionali di sci italiana e francese".

Parliamo allora dell'approccio degli operatori a questa iniziativa e di come credi che esperienze positive come questa possano diffondersi sul territorio.
"Per la verità, gli operatori coinvolti in questa manifestazione aderiscono tutti spontaneamente e con grande entusiasmo. Cercando invece di allargare il discorso, credo che la base degli operatori sportivi volontari emiliano-romagnoli produca molte e diverse proposte di attività. Credo però che attualmente ci sia il problema di trovare momenti di incontro efficaci per ritrovarsi ed elaborare strategie comuni. Per questo ritengo che sarebbenecessario qualcuno in grado di tirare le fila a livello regionale per organizzare almeno un campionato. È ovvio poi che mancando al momento questa struttura si faccia fatica ad aumentare la partecipazione".

Dove credi che si possa trovare una figura disposta ad assumersi questa responsabilità?
"Credo onestamente che qualche giovane disponibile qua e là ci sia. È proprio su di loro che stiamo investendo in questo momento, giovani che hanno della gran birra e che in tempi recenti sono riusciti a promuovere attività innovative come lo 'Snowboard Day', che nel 2011 sarà rifatto in modo itinerante con un camper impegnato in un tour tra tutte le maggiori località sciistiche italiane. È chiaro però che ci vuole una figura centrale che abbia il tempo e l'esperienza, oltre che la voglia, per seguire le riunioni, il bilancio e l'organizzazione delle attività".

Parliamo invece della proposta formativa.
"Al momento non abbiamo corsi di formazione specifici per il territorio regionale, pertanto ci appoggiamo alla proposta nazionale che è contraddistinta da costi molto contenuti sia per il corso base di formazione degli operatori sia per gli aggiornamenti, che sono obbligatori e con cadenza triennale. Proprio questa regola degli aggiornamenti obbligatori sta permettendo di fare maggiore squadra tra gli operatori, fornendo l'occasione per lavorare in accordo  con il nazionale e trasferire un po' di esperienze da una parte all'altra. Come Emilia-Romagna, al momento credo che il numero complessivo dei nostri Osv si aggiri intorno alle 150 unità, di cui circa 120 attivi con una certa regolarità. Quest'anno, saranno 50 i nostri operatori impegnati nella fase di aggiornamento".

Quali sono invece i progetti per quest'anno?
"Sicuramente sono molto interessato a organizzare un paio di pullman per andare con i nostri iscritti ai campionati nazionali che si svolgeranno a L'Aquila, a Campo Felice, dal 17 al 20 marzo. Sono certo che si tratterà di una bella occasione per portare la nostra solidarietà e per scendere anche dalle piste dell'aquilano, come facciamo sempre, con un'enorme bandiera della pace".

In conclusione, come sintetizzeresti l'approccio della Uisp allo sci e in cosa questo approccio è diverso da quello tradizionale?
"Mah, questa è una domanda che bisognerebbe porre direttamente ai nostri associati e ai nostri corsisti. Personalmente però, credo che il nostro sia un modo di vivere la neve non solo dal punto di vista professionale e tecnico: al di là del rimarcare sempre gli aspetti di sicurezza verso gli altri e verso di sè, cosa che fanno anche i maestri federali di sci, credo che l'insieme delle nostre proposte e iniziative punti a realizzare una sorta di scuola di vita sulla neve".

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